Vini

CINQUEMILA LIRE

Quando eravamo piccoli nonno “Rico”, per avvicinarci  alla vita dei campi, ci  proponeva delle  mancette. Spesso stavamo nelle vigne con lui anche se il nostro contributo, vista la nostra giovane età, era pressoché nullo. Durante il periodo della vendemmia, a giornata di lavoro terminata,  insisteva per darci 5000 lire per ogni “capagno” d’uva vendemmiata.
 Dopo giornate così  divertenti, passate a guidare trattori ed ascoltare storie, sembrava strano dover accettare dei soldi e, quando provavo a rifiutarli,  capitava che facesse volare  dal terrazzo pezzi da 5000 lire,  accompagnando la  loro caduta con la sua solita fragorosa risata.

Vigneti vecchi 40/50 anni
Trebbiano verdello drupeggio malvasia
Vinificazione in vetroresina e damigiane

QUANDO TORNI

Ogni anno cerco di trovare l’ equilibrio tra le mie carezze, i sorrisi del sole e gli schiaffi delle troppe piogge, intervenendo solo quando necessario con rame e zolfo.
Nella bottiglia di vino si mescolano avventure, sensazioni ed emozioni. Versando un bicchiere, mi capita di sentire il profumo antico del tempo passato e avverto il sapore della passione e della perseveranza…e, stando attento, è proprio lì, avvolta da un colore pastoso, che la vedo galleggiare in superficie… la memoria. La memoria, quella buona. Quella custodita nella pancia, che ci fa tornare timidi come bambini quando riconosciamo i ricordi del passato.
Ogni giorno scrivo una pagina nuova e ogni anno c’è un vino nuovo da assaggiare, condividere .


Grechetto 50% Trebbiano 50%
Vinificazione in acciaio

UN GIORNO CAPIRAI

Poi capitavano le giornate piovose nelle quali  i lavori nei campi non si potevano fare, le attenzioni di nonno erano tutte per il vino nelle damigiane.
Così  ci ritrovavano a giocare in cantina tra i suoi piedi mentre faceva travasi o imbottigliava.
Uno dei giochi più  frequenti era quello di cimentarci a  costruire navi  inaffondabili con i gusci di noci. Con la cera di una candela fissavamo al guscio  l’albero maestro e per la vela una  foglia o un ritaglio di giornale.
Appena spioveva correvamo  nelle pozzanghere o nei torrenti che si erano formati a provare le nostre creazioni.
In quella cantina non c’era proprio nulla, giusto quei gusci di noce della colazione di nonno “Rico”, ma forse c’era proprio tutto.

60% san giovese 40% vitigni misti tra cui ciliegiolo aleatico
Fermentazione e vinificazione vetroresina